Se nessuno si perde, chi troverà nuove strade?
Il modello che utilizzo nella mia pratica clinica è un modello integrato, che unisce un più tradizionale approccio psicodinamico con tecniche pratiche di stampo cognitivo-comportamentale.
I percorsi che propongo possono dunque declinarsi in modo diverso da caso a caso, sulla base del personalissimo bisogno della persona.
In alcuni casi insegno ai miei pazienti strategie pratiche, strumenti e modalità maggiormente produttive di usare il pensiero, avere a che fare con le proprie emozioni, gestire sintomi e relazionarsi con il proprio mondo interno e con gli altri.
In altri casi propongo invece un percorso diverso, meno tecnico e più “ad ampio respiro”, dedicato all’espressione e alla conoscenza di sé e a contestualizzare l’eventuale problematica all’interno della storia di vita della persona, per comprenderne insieme il significato e darne una lettura alternativa e maggiormente evolutiva.
Qualunque sia il percorso proposto nel caso specifico, l’approccio che utilizzo si basa sulle più recenti conoscenze scientifiche nel campo della psicologia e delle neuroscienze, su una formazione continua e sulla mia esperienza di analisi personale.
Nel mio metodo di lavoro, il terapeuta assume talvolta il ruolo di un professionista esperto del comportamento e delle dinamiche interne – che fornisce strumenti, interpretazioni, nuove chiavi di lettura -, talvolta di un’ ”anima affine”, un compagno di viaggio nella scoperta di sé e delle proprie dinamiche interne.
In altri casi ancora, i due approcci possono intrecciarsi o avvicendarsi tra loro nel corso del rapporto terapeutico.